In Qualità di Chirurgo consiglio un primo mese di recupero in cui non sforzare le zone del corpo direttamente legate all’operazione, ma non per questo servirà un riposo assoluto ed è anzi possibile fare attività fisica in modalità ridotta.
Nella prima settimana dall’Intervento vengono tolti i drenaggi prima e i punti di sutura poi.
Fatto ciò il primo grande limite fisico nei movimenti viene superato ed il processo di recupero è tutto in discesa e altamente soggettivo, come ci spiega Claudia.
La sua esperienza da Personal Trainer le ha permesso di notare che già dopo la prima settimana esistono persone che sono in grado di vivere a pieno la propria quotidianità senza fastidi, sia a lavoro, che alla guida, che a livello domestico.
Ma la Riabilitazione in Palestra segue un percorso leggermente diverso.
Le prime due/tre settimane devono essere di riposo, limitando l’esercizio fisico a lunghe camminate, senza introdurre attività cardio intensa.
Quest’ultima potrà essere reintrodotta più avanti, passando prima per camminate gradualmente più lunghe e ad intensità crescente.
Anche la dieta in questa fase è molto importante: considerando il minor consumo energetico di tale periodo, una buona strategia potrebbe essere quella di impostare una momentanea e leggera ipocalorica, per supportare il mantenimento della forma fisica precedente l’operazione prima del ritorno degli allenamenti a pieno regime.
I Concetti chiave per superare indenni la prima fase sono dunque esercizi a Bassa Intensità e a Basso Impatto, ossia senza l’utilizzo di salti o movimenti repentini.
Dalla Terza/Quarta settimana è possibile integrare esercizi per le gambe e i glutei attraverso elastici e bande di resistenza.
Quest’ultimi permetteranno di mantenere una buona tonicità muscolare e bruciare grassi nella parte inferiore del corpo, senza sollecitare direttamente il busto ed il seno.
Per l’utilizzo di manubri e bilanciere il consiglio è invece quello di attendere almeno 45 giorni dall’intervento, quando finalmente sarà possibile tornare ad allenare la parte alta del corpo in piena sicurezza.
Proprio in questa fase è doveroso prestare la massima attenzione alla diversificazione di esercizi e fasce muscolari stimolate, evitando di lavorare fin da subito in maniera diretta sul petto.
In primis perché non strettamente necessario avendo già ottenuto attraverso la chirurgia il risultato estetico ambito, ma anche e soprattutto perché non sarà ancora possibile compiere gli esercizi in maniera naturale e corretta senza doversi interrompere per il dolore muscolare.
Si ricomincia quindi allenando con attenzione e specifici esercizi spalle, bicipiti, tricipiti, dorso e addome, ma è anche possibile impostare circuiti PHA per apportare benefici a livello circolatorio e per incrementare il consumo calorico.
L’unico movimento da evitare nei primi due mesi rimarrà dunque l’alzata totale del braccio, che provoca dolori e fastidi nella zona dell’operazione.
I tempi appena indicati sono generici e abbastanza lunghi in verità; infatti rappresentano una media sicura dentro cui ogni paziente può essere certa di rientrare, ma il fattore soggettivo rimane davvero molto importante.
Vi sono infatti pazienti che dopo sole 3 settimane sono in grado di alzare agevolmente le braccia e compiere esercizi a impatto maggiore.
Proprio per questo è importante essere seguiti nel percorso riabilitativo da un personal trainer formato, che conosca il corpo di una donna che si è sottoposta a un intervento di mastoplastica additiva e che possa così supportarla con esercizi specifici e personali.